Friday, November 03, 2006

Invenzioni e globalizzazione contro la fame

"L'invenzione non nasce solo da lusso e dal potere, ma anche dal bisogno e dalla povertà, ed è uno degli aspetti più affascinanti della storia dell'alimentazione scoprire come gli uomini, con il lavoro e l'immaginazione, hanno cercato di trasformare i morsi della fame in occasioni potenziali di paicere" (Massimo Montanari, Repubblica di oggi). Questa osservazione può riferirsi, per esempio, al formaggio, visto come un modo di conservare il latte: insomma, la necessità aguzza l'ingegno.

La globalizzazione ha ridotto il numero di affamati nel mondo: secondo Federico Rampini è vero che il numero di persone sottalimentate nel mondo è aumentato (oggi sono 845 milioni secondo un recente rapporto della Fao), ma bisogna anche osservare che è diminuito il numero di individui denutriti rispetto al totale della popolazione mondiale: in un mondo sempre più abitato, sono di meno quelli che hanno difficoltà a nutrirsi.
La maggior parte dei sottoalimentati abita in Africa, proprio il continente meno coinvolto nella globalizzazione, un fenomeno che è "il frutto di almeno tre fenomeni distinti: la conversione all'economia di mercato di nuove nazioni che prima seguivano sistemi diversi come il socialismo, la liberalizzazione dei commerci internazionali e le tecnologie di trasporto e comunicazione che accorciano le distanze" (F. Rampini, Repubblica di oggi).

La fiducia (intesa come "sentiment") di produttori e consumatori nell'area euro è la più alta da cinque anni (cioè dall'11 settembre): tocca i massimi in Germania e Francia, soltanto in Italia è caduta (Economist).

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